MARKETING E CAMPAGNE ELETTORALI

MARKETING ELETTORALE

16 Giu MARKETING E CAMPAGNE ELETTORALI

Quali sono le analogie tra una campagna di marketing e una campagna elettorale?

Possiamo affermare senza tema di smentita che le dinamiche che regolano la promozione di un prodotto e di un candidato siano molto simili?

Bene, in questo articolo cercheremo di dimostrare i punti in comune delle strategie comunicative tra marketing aziendale e marketing politico.

Anzitutto riflettiamo su questi spunti:

Cosa ci porta a decidere per un prodotto o per un altro, in mezzo ad una marea di messaggi pubblicitari che ci raggiungono ogni giorno?

Perché compriamo una cosa invece di un’altra, che magari costa di meno e ha una qualità superiore? 

Cosa ci colpisce di un messaggio pubblicitario? Le immagini, la musica, un jingle che non riusciamo a toglierci dalla testa? 

Possibile che le decisioni avvengano così in profondità nel nostro subconscio che non riusciamo ad esserne coscienti? 

Su questo tema potremmo fare un trattato di neuromarketing, ma non è il nostro obiettivo. Diciamo solo che esiste la parte più primitiva del nostro cervello, detto Antico o Rettiliano, che regola le decisioni legate più agli istinti primordiali che razionali, come la sopravvivenza e i bisogni primari. 

Quindi è qui che hanno sede le risposte più istintive alle nostre esigenze, che ci riportano alla mente emozioni e che evocano ricordi.

Ed è su queste esperienze primordiali che si fondano le nostre valutazioni e comportamenti d’acquisto.

Saperle evocare, ci permette di entrare in sintonia con questa parte della coscienza umana.

E ciò è valido sia per l’acquisto di un prodotto che per la scelta di un candidato alle elezioni: saper parlare al “cuore” delle persone è fondamentale, nella ricerca del consenso.

Diventa fondamentale essere capaci di mantenere un costante contatto con gli elettori, saper leggere i loro bisogni, sviluppare programmi che vadano incontro a questi e progettare un piano di comunicazione che sappia presentarli nel modo più efficace possibile. 

Il concetto di marketing, nel nostro caso, si fonda sulla capacità di soddisfare bisogni e desideri degli elettori, ma, se volessimo intenderlo nel modo corretto, si tratta non solo di vendere il “prodotto” candidato, ma di instaurare una relazione a lungo termine, post elezioni, con questi.

I programmi, di per sé, non bastano, ma è necessario dimostrare che questi, legati alle necessità degli elettori, possano essere realizzabili e, di conseguenza, impegnarsi per la loro realizzazione.

Non c’è nulla di peggio, per la reputazione di un politico, fare promesse che poi non si è capaci di rispettare.

Nel marketing politico emerge l’importanza di comprendere i desideri dell’elettore e di trovare delle strategie efficaci per conquistare e mantenere il consenso. 

Potremmo considerare due domande a cui un candidato dovrebbe deve saper rispondere, nel corso della campagna elettorale, per cercare di stimolare i cittadini al consenso: 

  • Perché mi sono candidato?
  • Perché dovresti votarmi?

Le risposte che ciascuno può dare servono per costruire la strategia di base della campagna e per lanciare un messaggio positivo da poter associare al candidato. 

L’obiettivo è proprio quello di costruire una “confezione” di contenuti, di emozioni, di programmi, di storie, intorno al politico, per attirare gli elettori e far loro scegliere questi piuttosto che altri. 

Chiaramente, alla base di una campagna elettorale di successo c’è sempre un messaggio efficace, un argomento di fondo su cui centrare la campagna e che rappresenta anche il motivo principale su cui focalizzare l’attenzione dell’elettore.

Questo messaggio deve restare impresso nella mente. Per questo deve essere un payoff, non articolato, ripetuto, breve, semplice da capire e da ricordare.

E richiama il concetto di Brand, che non si lega esclusivamente al prodotto, ma si avvicina sempre di più agli aspetti psicologici che abbiamo ricordato prima. 

Quindi possiamo equiparare il branding aziendale alle strategie che promuovono un candidato.

Il brand serve a costruire dei valori che durino nel tempo e ad instaurare legami perenni tra il consumatore ed il prodotto, quindi, nel nostro caso, tra elettore e politico. 

Quando di parla di brand, nel marketing aziendale, si deve fare riferimento al posizionamento del prodotto nelle priorità del consumatore. Pertanto è necessario definire dei tratti di originalità perché sia differenziato dai concorrenti.

Anche nelle competizioni elettorali, bisogna essere capaci di creare elementi identitari ed elementi psicologici per aiutare gli elettori a sentirsi parte di un determinato partito o a creare un vero e proprio sentimento di identità con leader e candidati. 

Diventa fondamentale fare individuare ai cittadini i valori dei candidati e dei loro partiti di riferimento, che si devono distinguere dai concorrenti. 

Il branding quindi è utile nella campagna elettorale per riuscire ad avere una percezione generale di una organizzazione o di un singolo candidato politico in modo tale da riuscire ad individuare le giuste tattiche per incrementare o mantenere il sostegno nei loro confronti nel tempo preservandone la reputazione. 

Già, conservare la reputazione. Sembra che questo particolare non sia in cima alle priorità di una campagna elettorale. 

Ma chi vuole impegnarsi in politica a qualsiasi livello stabilmente o per un solo mandato è bene che tenga conto di questo aspetto. 

In un’epoca social come la nostra, tutelare la reputazione assume un’importanza fondamentale: può essere la tua migliore alleata, oppure screditarti senza appello per sempre. 

Se volessi approfondire personalmente questi temi, mandami un’email a:

info@sardiniaemotionservice.it

Massimo Fadda

Event Manager & Marketing Consultant

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